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Il Maestro Martini |
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Nell'anno 1401, Paolo Guinigi, viene
cridato Capitano del Popolo di Lucca.
Governò questo stato formato da 11 Vicarie e 277 Comuni per 32 anni. Il suo fu
un governo totalitario, dispotico, di un Signore assoluto.
Incoraggiò le prime sorgenti della ricchezza: l'agricoltura,
l'industria e il commercio. Promosse in Garfagnana, la coltivazione del
castagno, vera sorgente di ricchezza del tempo. Promulgò leggi e
crida per la protezione della
preziosa pianta.
Per la preziosità del castagno e della farina dolce, abbiamo
una nota curiosa. Nell'anno 1524 i
banditi spadroneggiavano in tutta la Garfagnana, protetti, per paura delle
loro rappresaglie, dai villici, cioè
i poveri abitanti della zona.
Gli Anziani di Lucca, emanarono una grida:
“A chi proteggerà i banditi siano tagliati gli alberi da frutto: olivi, viti,
meli. Siano bruciati e devastati i raccolti di grano, segala e farro. Sia
spianata la casa, ma non siano tagliati i castagni.”
A Bergiola, nella Vicaria di Minucciano, si era insediata una
banda di ladri, i quali taglieggiavano i contadini di Pieve San Lorenzo, di
Antognano e Pugliano. Furono chiamati gli
archibugieri da Lucca ed i banditi tentarono la fuga verso il vicinissimo
confine del Ducato di Firenze, costituito dal torrente Tassonaro, ma furono
uccisi in località Villa, vicino a Bergiola, sempre nell'anno 1524.
Bibliografia:
Nobili e mercanti nella Lucca del Cinquecento di M. Berengo –
Einaudi Editore
Storia dei Longobardi di Paolo Diacono, B. Luiselli, A.
Zanella _ Biblioteca Universale Rizzoli
Nel paese di Ugliano, Comune di Casola Lunigiana, alcuni
giovinastri del tempo, stanchi delle lunghe veglie invernali, rischiarate da un
lumino a olio oppure a petrolio, stanchi delle solite favole sentite mille
volte, decisero di fare uno scherzo, poco simpatico, ad alcune ragazze del
paese.
Presero della farina di castagna, prepararono una polenta
collosa e, nottetempo, con un cucchiaio, riempirono i buchi delle serrature
delle case dove abitavano le giovinette. Alle prime luci del mattino, i paesani
trovarono riempita di polenta la serratura della porta di casa.
Il fatto fu biasimato pubblicamente da tutti, tanto è vero che
il Parroco del paese ne parlò dall'altare durante la Messa della domenica.
Poi tutto fu dimenticato. Ma l'anno successivo avvenne un
fatto grave per tutti. I castagni, a luglio, non si coprirono di fiori come di
consueto e ad ottobre le selve erano belle pulite dai cespugli e dalle felci, ma
senza castagne.
Si profilò l'anno della
carestia,della fame, poiché i derivati da questo frutto costituivano il
novanta per cento dell'alimentazione del paese.
Molti fedeli ed il Parroco, pensarono ad un giusto castigo
della Divina Provvidenza per la polenta messa nei buchi delle serrature. Furono
indette pubbliche preghiere e fu fatta anche una processione nei castagneti e,
proprio durante lo svolgimento della processione, il Sacerdote, rivolto al
popolo in preghiera, ripeteva: “La
metterete più la polenta nei buchi?” Il popolo rispondeva: “Me,
no! Me, no! Me, no!”
Il Buon Dio accolse le preghiere di quella buona gente e
l'anno successivo venne un'annata di castagne così copiosa che molti agricoltori
dovettero far costruire nuovi scrigni
per immagazzinare la farina dolce.
Il fatto della polenta
nei buchi delle serrature, me lo raccontava Castagnoli Secondo di Ugliano,
un mio compagno di Ginnasio, caduto in Russia nel 1942-1943.
Giovanni Martini
Ultimo aggiornamento: 12-06-25