Il Maestro Martini

Dialogo fra gli alunni della scuola elementare di Casola in Lunigiana Anni '60

 

Casola 1 – Ehi! Ehi! Ragazzi, finalmente possiamo dire la nostra! Raccontare le nostre storie, far conoscere la nostra valle!

Casola 2 – Sarebbe proprio ora! La radio parla sempre de Congo, del Laos, della Russia, dell’America e di tante città lontane, ma dei nostri paesi non ne senti mai parlare. Avete mai sentito nulla su Vigneta o su Castiglioncello?

Vigneta - Ma sei matto? Cosa vuoi che dica di Castiglioncello!... Quattro case in cima a un monte, dove non va mai nessuno e dove non succede mai nulla. La radio parla delle grandi città, dove vive tanta gente intelligente, ricca, con tante macchine…

Regnano1 – Com’è, com’è questa faccenda? Secondo te la gente intelligente è solo quella che sta in città?

Regnano 2 – Allora se vogliamo dire come è fatto il nostro comune e come lo vediamo noi ragazzi, io direi di incominciare da Regnano, che è il paese più a nord di tutti e dal Monte Mondo che è il più alto.

Ugliano – Vacci piano col monte più alto! Io dico che il monte più alto di tutti è il Pizzo d’Uccello, che è affilato e aguzzo nel cielo come una lama e, poiché il Pizzo d’Uccello è sopra la nostra Alpe, io comincerei da Ugliancaldo.

Casola – Avete ragione e avete torto tutt’e due, perché sia il Monte Mondo che il Pizzo d’Uccello sono alti uguali: 1782 metri sul livello del mare.

Allora per non cominciare subito col bisticciarci, inizierei io a dire che il nostro comune è un lembo di terra verde appeso come un’amaca alle aguzze sommità del Pizzo e del Monte Mondo. Quasi nel centro c’è Casola, con la sua antica torre, che sembra un enorme chiodo piantato nella terra, al centro del nostro territorio e per questo è stata fatta capoluogo di comune.

Codiponte – Ma una volta era capoluogo di comune anche Codiponte.

Casola – Sì, ma allora si chiamavano “Podesterie” non Comuni! A quei tempi Casola era governata dai “lucchesi” che, per difendersi, avevano circondato tutto il paese di mura e di torri. Ma ora le mura sono quasi tutte diroccate ed è rimasto solo un tronco di torre sopra la quale hanno costruito il campanile.

Casciana – Ma allora a Casola di importante non c’è altro che il campanile?

Casola - E il Palazzo Comunale dove lo metti? Poi ci sono le porte con gli arpioni e le grattaiuole laterali. Alla “Canala” ce ne sono due. Alla sera, quando suonava l’Ave Maria, le chiudevano e che era dentro era dentro, chi era fuori rimaneva fuori.

Codiponte – Anche a Codiponte c’erano le porte.

Ugliano – Anche a Ugliano ce n’è una, e molto larga!

Luscignano – Anche a Luscignano, all’inizio del paese, c’è una porta con la casa del guardiano.

Casola - Sì, più o meno le porte erano in tutti i paesi, perché una volta i paesi si facevano la guerra uno con l’altro.

Regnano – Noi, invece della porta avevamo il castello, che era tutto circondato da mura con le feritoie e i merli.

In cima poi, c’era la torre che ora è però tutta diroccata. Il nostro castello è uno dei più antichi, perché sappiamo quando fu costruito e chi lo costruì.

Argigliano – Come sarebbe a dire?

Regnano 1 – Sì, voglio dire che sappiamo con certezza chi l’ha costruito e quando.

Regnano 2 – Doveva essere qualcuno che voleva fare l’eremita, per costruire un castello fra i castagni, fra i boschi, se non ci andava neanche la corriera!

Regnano – Non ci andava la corriera di oggi, ma ci andavano i veicoli di allora. Perché Regnano, nei tempi antichi, si trovava su due strade di grande comunicazione e quando, più tardi, cioè nei primi decenni dell’anno mille, passò di lì un signore longobardo, un certo Guiterno, gli piacque il posto e decise di costruirci un castello ed un ponticello e chi voleva passare, senza bagnarsi i piedi, pagava una tassa: il “pontatico”.

Casola – Mica scemo il nostro Guiterno!

Come ora fanno i ristoranti e gli alberghi, dove passa tanta gente, a quei tempi si faceva un castello, così che chi voleva passare, oppure mangiare, pagava un pedaggio.

Cambiano i tempi, ma la gente si arrangia sempre allo stesso modo.

Anche a Casola, dove ora passa tanta gente, c’è un bell’albergo e ristorante, vende anche i gelati, e come sono buoni! Lo sa anche il mio maestro che ci porta a mangiarli per premio!

Regnano – … E non fece solo il castello, ma anche la chiesa, che ora però è tutta rovinata. Ora la chiesa nuova l’abbiamo alla “Villa”, dove ci arriva anche la corriera.

Casciana – Fortunati voi che avete la corriera! Noi invece a Casciana dobbiamo andarci a a piedi, perché la strada è ancora una mulattiera.

Ugliano – E noi? Non abbiamo nessuna strada! Ugliano è il paese più bello, ma anche il più sfortunato del comune. Pensate! Siamo sul crinale di un monte alto alto e dobbiamo portare tutto “a dorso di mulo”, o sulle spalle, perché non c’è la strada. Anche gli ammalati vengono portati su una scala alla via più vicina a Codiponte.

Nel mese di aprile è venuto a Ugliano, a piedi da Minucciano, il deputato Biagioni Loris da Castelnuovo, lo accompagnava il maestro Martini Giovanni da Pieve San Lorenzo. Siamo andati a incontrarlo a “Calcinaia”. Al deputato abbiamo offerto un mazzo di fiori.

Il deputato si è commosso fino alle lacrime, le campane suonavano a festa, ha stretto al cuore il dono ed ha detto: “Vi aiuterò! Vi aiuterò!”

Nel mese di maggio è venuto un altro deputato, Negrari Andrea da Bagnone, anche lui ha promesso il suo aiuto. Di questa strada se ne parla da tanto tempo e sarebbe veramente ora che si decidessero a farla.

Forse è un po’ la storia dell’acqua, anche per quella c’è voluto tempo, ma poi è arrivata.

Vigneta – Noi la strada l’abbiamo, ma l’acqua deve ancora arrivare.

L’acquedotto è fatto, ma ci mancano 300 metri di tubi per portarla in paese.

Argigliano – Noi, non solo non abbiamo la strada, ma neppure un ponticello per passare il fiume. Ora, però, ho sentito dire che invece di una passerella vogliono fare proprio un ponte vero! Allora l’aver atteso per tanti anni, non è stato proprio inutile.

Reusa – A sentire voi, in questo comune non c’è proprio nulla, ma non è proprio così; è vero invece che ci si accorge facilmente che quando si ha una cosa ne mancano ancora delle altre.

Noi, per esempio, abbiamo tutto un monte rimboschito che è una meraviglia. Dove prima c’erano i castagni mezzi secchi e della scopa, oggi ci sono centinaia di pini che presto faranno una grande foresta.

Argigliano – Voi di Reusa avrete un bel bosco, ma noi di Argigliano abbiamo dato i natali a un Santo: Padre Angelo Paoli.

Codiponte – Vacci piano, mi pare che santo non sia ancora, ma solo beato.

Argigliano -  Sì, è beato, ma tra poco sarà santo, me lo ha detto il Cavalier Pellini da Codiponte, che di Padre Angelo sa tutto.

Era un carmelitano che, nel 1700, quando nella nostra valle c’era una grande carestia, riuscì a sfamare l’intera popolazione moltiplicando il pane.

Casola – Come Gesù quando fece la moltiplicazione dei pani e dei pesci?

Argigliano – Proprio così, poi quando morì suonarono contemporaneamente le campane di Argigliano e del suo convento di Roma, senza che nessuno le tirasse.

Luscignano – Se voi avete avuto un santo, noi abbiamo avuto un mezzo diavolo, che ne ha fatto di tutti i colori! Si chiamava Cillak o Cilla. Era capitano dei dragoni di Napoleone I. Era un medico e doveva essere più astuto di una volpe, perché riuscì a fregare la cassa del tesoro dello stato lucchese e che, un giorno, arrivò a Luscignano con sette muli carichi di scudi d’oro.

Dicono anche che nel suo tesoro ci fosse una chioccia con sette pulcini d’oro.

Argigliano – Ma, o ragazzi, non vi sembra che questo numero sette ricorra un po’ troppe volte?

Forse sul conto del Cillak si raccontano anche troppe leggende. In definitiva, se fece fare a proprie spese la facciata della chiesa di Argigliano, un diavolo proprio, non doveva essere.

Codiponte – Va bene, voi ad Argigliano avete un santo, voi di Luscignano avete un diavolo, ma ne avete soltanto un lontano ricordo. Noi, invece, abbiamo una chiesa che come la nostra non ce n’è  e noi l’abbiamo ancora, bella e reale, ed ogni giorno si ferma un sacco di gente a vederla.

Ugliano – La chiesa l’abbiamo anche noi, e com’è bella! Con tanti archi di pietra serena! Sebbene fatti nel 1600/1700, hanno l’armonioso ritorno di un loggiato del 1500.

Codiponte – Ma la vostra chiesa è tutt’altra cosa! E’ proprio di quelle vecchie e le pietre scure fanno meditare…

Vi è anche un quadro di scuola lucchese del 1400, tutto lavorato in una cornice d’oro.

La nostra di Pieve, con quella di Vendaso e di San Lorenzo di Vinacciara, è una delle più antiche della Lunigiana.

Offiano – Ma una chiesa così ce l’avevamo anche noi a Montefiore. Nel 1500/1600 è stata buttata giù ed è stata rifatta, ma qua e là si vedono ancora dei grossi sassi lavorati che, a guardarli bene, sono molto simili ai capitelli della chiesa di Codiponte.

Codiponte – Ma, ragazzi, e il nostro castello, il nostro convento delle monache di Santa Chiara, dette Clarisse, dove lo mettete?

Regnano – Castello? E’ un castello quel ciuffo di edera che si vede sopra il paese?

Codiponte – Proprio così, è un castello che è uno dei più misteriosi , perché di esso non se ne sa niente. Si sa però che, nel 1275, apparteneva ai Marchesi Malaspina, con il Castel dell’Aquila a Gragnola,  Verrucola di Fivizzano e  Casola.

Casola 1 – Basta ragazzi, altrimenti finiremo col fare dell’inutile campanilismo!

Casola 2 – Certo. Io invece, propongo di mandare un saluto a tutti i cittadini del nostro comune ed, in primo luogo, alla RAI, che ci ha permesso di fare questa bella “chiacchierata”.

Casola 1 – Ed allora gridiamo tutti insieme: “Evviva il nostro comune! Evviva la nostra scuola! Evviva la RAI!

 

 Tratto dai vecchi quaderni della mia scuola e dei miei ragazzi di Casola.

“Nessuno potrà mai cacciarci dal paradiso dei nostri ricordi”

Blaise Pascal (1623-1662)

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Ultimo aggiornamento: 05-06-25