Il Maestro Martini

La ghiara del torrente Tassonaro: via diabolica più che da uomini

 

Pieve San Lorenzo è un fondovalle e lo è dai primi secoli dell’Era Cristiana.

Nel fondovalle convenivano i cristiani dei primi secoli, per ricevere il battesimo ad immersione, per celebrare il Santo Natale, la Sanya Pasqua e per seppellire i loro morti in terra consacrata.

Nel fondovalle si svolgevano, in occasione di alcune feste, gli scambi dei prodotti. A queste fiere primitive accorrevano gli abitanti dei vicini villaggi.

Nella toponomastica locale è rimasta ancora viva la voce MERCATALE, ad indicare una estesa zona nei dintorni della PLEBANIA e di proprietà della locale chiesa.

Ai lati del Mercatale, erano piantate quattro croci, ad indicare quasi la sacralità del luogo, considerato anche zona franca, nella quale le merci potevano entrare ed uscire, senza pagare gabelle o dazi.

Per secoli e secoli, i fedeli hanno viaggiato per sentieri o vie diaboliche, più che da uomini, lungo la GHIARA dell’impetuoso torrente Tassonaro.

Facendo un salto nei secoli passati, arriviamo all’anno 1871, una via carrabile viene progettata con il percorso CASTENUOVO GARFAGNANA-PIAZZA AL SERCHIO-MINUCCIANO-PIEVE SAN LORENZO-CASOLA LUNIGIANA-FIVIZZANO. Ma resterà solo un sogno sulla carta e nella speranza degli uomini di buona volontà che lottavano per il progetto perché i toparchi, i capi dei paesi, si opposero ferocemente, convinti che la strada ed il progresso, avrebbero causato l’abbandono dei loro terreni ed i servi della gleba, avrebbero cercato altrove una vita meno bestiale.

A Pieve San Lorenzo, l’antico fondovalle, toccò la sorte peggiore.

Solo dopo 76 anni e cioè nel 1947, all’insaputa del Comune di Minucciano, eterno osteggiatore di ogni barlume di progresso, con l’aiuto del Comune di Casola, Sindaco Simonelli, furono costruiti in pochi mesi, i due chilometri di strada per l’allacciamento a Casola, con la Provinciale per Aulla, Sarzana, La spezia.

La ghiara del torrente Tassonaro fu abbandonata per sempre.

Ho fatto parte dei portatori volontari per il trasporto degli ammalati e degli infortunati alla strada rotabile per Fivizzano.

L’ammalato, legato su una scala a pioli, veniva trasportato da quattro giovani a Casola e affidato ad un vettorino che, provvisto di mulo e barroccio, lo portava all’ospedale dove purtroppo (spesso) lo attendeva il vicino cimitero. E tutto questo male per l’incuria e l’egoismo degli uomini.

 

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Ultimo aggiornamento: 06-06-25