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Il Maestro Martini |
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IL NUMERO SETTE
La visita alle sette chiese.
Perché
proprio sette?
E’ difficile dare una interpretazione esatta. Il numero sette ha un significato particolare, di qualcosa di sacro, di simbolico, di allegorico, di misterioso, di arcano, di mistico, di soprannaturale ed incomprensibile per la mente umana.
Sette sono le sfere del sistema solare Tolemaico e cioè la sfera del Sole, della Luna, di Giove, di Saturno, di Marte e di Mercurio.
Sette sono i sigilli, i segreti dell’Apocalisse di Giovanni.
Sette sono i vizi capitali.
Sette sono i giorni della settimana.
Sette sono le meraviglie del mondo antico: i giardini pensili di Babilonia, le piramidi egizie, il Colosso di Rodi, il Mausoleo di Alicarnasso, il Tempio di Diana in Efeso, la statua di Giove Olimpico, il faro di Alessandria d’Egitto.
Sette sono i re di Roma: Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo.
Ed inoltre:
Settenvirato: governo di sette uomini.
Sette sono le stelle dell’Orsa Maggiore e Minore.
Il settimo figlio si pensava che fosse il più fortunato tra i fratelli.
Sette sono i Sacramenti: Battesimo, Cresima, Eucaristia, Confessione, ordine, Matrimonio, Estrema Unzione.
“Settanta volte sette” si deve perdonare a chi ci offende, cioè quattrocentonovanta volte.
La visita alle sette chiese
Per acquistare meriti presso Dio e per visitare Gesù Morto, si faceva la “visita alle sette chiese” ei paesi limitrofi.
Il percorso era assai lungo e faticoso, le strade erano poco praticabili. Comunque la fede non conosceva ostacoli.
La processione, composta da uomini e donne, partiva con la “croce del clero” in testa, portata dal “Priore”, di turno, vestito di cappa bianca e mantellina rossa.
Durante la processione e specialmente nell’abitato, si cantava lo “Stabat mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa” ( stava la madre addolorata, piangente vicino alla croce dalla quale pendeva il figlio).
Ad ogni sepolcro visitato si recitavano sette “Pater Noster” poi, sempre cantando, si proseguiva per un’altra chiesa.
Il percorso per i fedeli di Pieve San Lorenzo era il seguente:
Sepolcro di Pieve San Lorenzo, di Sermezzana, di Metra, di Pugliano, di Pieve di San Pietro (Offiano), Casola e Argigliano.
A Pieve si concludeva con sette giri intorno alla chiesa, sempre cantando e pregando.
Alla visita delle sette chiese non partecipava il sacerdote.
La pia tradizione sopravvisse fino agli anni 1958-1960 e si svolgeva il giorno del Giovedì Santo.
La parrocchia plebania di Codiponte (Casola), ha seguitato ad organizzare la visita alle sette chiese
ed anche quest’anno 1996, hanno fatto il solito percorso dei secoli passati: Codiponte, Casola, Artigliano, Pieve San Lorenzo, Sermezzana, Pugliano, Pieve San Pietro, evitando, il più possibile di transitare su strade rotabili.
In Garfagnana i paesi di Vagli di Sopra, Vagli di Sotto e Roggio, ogni anno, a turno, celebrano la tragedia del Venerdì Santo. La Via Crucis si snoda lungo il paese, con le stazioni delle fermate, l’ultima delle quali è il Golgota, dove il Cristo viene inchiodato alla croce. Sono scene che pur nella loro semplicità restano indimenticabili.
A Gorfigliano tutto il paese partecipa attivamente alla Sacra Rappresentazione. Anche qui, il mesto corteo percorre il lungo abitato e non mancano i veri attori. La Madonna, le pie donne, i carnefici e l’indimenticabile figura del Cristo.
Il numero magico sette
Sette sono le note musicali di Guido d’Arezzo, monaco benedettino, inventore delle note: (ut) do-re- mi-fa-sol-la-si (980-1050)
Sette sono i nani della favola di Biancaneve.
Sette sono i colori dell’arcobaleno: rosso, arancione, verde, giallo, azzurro, indaco, violetto.
Le goccioline d’acqua sospese ed attraversate dai raggi del sole.
Sette sono le porte di Gerusalemme.
Sette sono gli anni che il monaco Dionigi il Piccolo dimenticò di calcolare nel computo dell’Era Cristiana.
In quest’errore l’anno 1993 è in realtà l’anno 2000 dell’Era Cristiana.
Dionigi il Piccolo, monaco de VI secolo, oriundo della Scizia, visse e morì a Roma. Dotto nelle lingue classiche, latino e greco, nella cronologia, nella teologia, fu il primo a contare gli anni dalla nascita di Gesù Cristo.
Sette sono le colonne intagliate sulle quali la Sapienza ha costruito la sua casa.
(Dal libro dei proverbi 9,1-6)
I sette dormienti sono i martiri di Efeso, anno 250: Massimo, Malco, Martiniano, Dionigi, Giovanni, Serapione, Costantino, murati vivi in una caverna perché cristiani, narra la leggenda, vi si addormentarono risvegliandosi 196 anni dopo, nel 446, mostrandosi al popolo di Efeso, poi tornarono alla loro grotta e vi morirono una seconda volta.
I sette contro la città di Tebe.
Polinice, Tideo, Anfiaro, Capendo, Partenopeo, Ippomedonte, Eteocle.
Sette sono le corna e sette sono gli occhi dell’agnello svenato dall’Apocalisse di Giovanni.
Questa concezione offrirà un piano estetico dando libero campo alla fantasia, svincolata dall’aderenza all’ordine sociale come dalla bellezza classicamente concepita.
Sette sono i fratelli Cervi di Reggio Emilia, uccisi dai tedeschi nel 1944.
Sette sono i fratelli Govoni da Pieve di Cento, Bologna, uccisi nel mese di maggio 1945, per rappresaglia politica dai partigiani.
Sette sono i bracci del candelabro d’oro massiccio posto davanti all’Arca nel Tempio di Gerusalemme.
Sette sono gli anni che la profetessa Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser, visse col marito e del quale rimase vedova.
Sette sono i sigilli nell’Apocalisse di san Giovanni, I secolo dopo Cristo.
“Il libro dai sette sigilli”, dal latino sigillum, diminutivo di signum, sigillo, chiusura, suggello, bollo, piombo, timbro,stampo, cifra.
“Solo Dio può capire il sigillo”.
Sette sono le chiese destinatarie della rivelazione di Dio, Apocalisse di San Giovanni, I sec. dopo Cristo.
Apocalisse, dal greco:
apocalissis = rivelazione
apocalittico, misterioso, numero misterioso, 666 = l’anticristo
Sette sono i fratelli Maccabei: Giuda, Gionata, Simone, Giovanni, Eleazaro, Aberon, Gaddis, che furono martirizzati con la loro madre perché si rifiutarono di mangiare le “carni proibite” dalla legge ebraica.
Sette sono le chiese che i pellegrini, i “romei”, diretti a Roma alla tomba degli apostoli Pietro e Paolo, dovevano visitare in un solo giorno.
Sette sono i compagni dell’uomo che lo accompagnano dalla nascita alla morte: la fame, la sete, il caldo, il freddo, la stanchezza, la malattia, la morte.
Sette e sette sono le stazioni della Via Crucis nelle chiese parrocchiali e dei monasteri.
Sette più sette sono le candele accese sul triangolo, più una al vertice.
Durante la Settimana Santa, detta anche di passione, che ricorda la morte di Gesù Cristo sulla croce, nelle chiese parrocchiali, nelle plebanie, era esposto un candelabro in legno formato da un grande triangolo isoscele e sorretto da un piede con con relativo piedistallo a croce.
Il triangolo aveva una base di cm.80 ed i due cateti cm.100.
Su ciascun lato erano fermati ad accesi sette candeli. Sul vertice un candelo più alto.
Durante la funzione della settimana santa, il venerdì sera, venivano cantati i salmi penitenziali, detti anche lezioni, oppure lamentazioni, del profeta Geremia e di Davide.
Alla fine di ogni salmo il chierichetto, oppure l’accolito, spegneva un candelo usando lo “spegnimoccolo”, un piccolo cono di latta posto in una canna.
Alla fine della sacra funzione rimaneva acceso il candelo centrale che veniva spento all’ultimo, a significare la morte di Gesù sul Calvario.
Proverbio:
Fare
come i lumi della Settimana Santa, che si spengono uno di seguito
all’altro, per significare che in una famiglia, in un gruppo di persone, sono
morti l’uno dietro l’altro.
Sette sono i figli che Jesse presentò al profeta Samuele e Samuele scelse il più piccolo; era fulvo, con belli occhi e gentile di aspetto: Samuele lo unse, lo consacrò a Dio: era Davide.
Sette sono le processioni guidate da Giosuè intorno alla città di Gerico, in Palestina, vicino al Mar Morto, al suono delle trombe di corno di ariete.
Gerico cadde, fu occupata e gli
abiatanti sterminati nell’anno 1300 avanti Cristo.
Sette sono i punti neri sulle elitre
(ali) di colore rosso sangue della coccinella, piccolo insetto dei coleotteri.
Sette sono le volte che gli Eremiti
del Santuario della Madonna del Soccorso, in Minucciano, si recano nel coro
della chiesa per la salmodia, cioè a cantare i Salmi, i canti sacri.
Sette sono le beatitudini
dell’Apocalisse di Giovanni
Evangelista.
Le sette vite dei gatti.
Secondo una credenza medioevale e che
ha resistito fino a pochi anni or sono, i gatti neri avrebbero avuto sette
spiriti e cioè sette vite.
Sette sono i fondatori dell’Ordine
dei Servi della Beata Vergine Maria.
Sette sono i Salmi graduali, che
venivano cantati nel salire i gradini del tempio di Salomone.
Sette sono i Salmi penitenziali, i
Salmi di Davide che si cantano per penitenza.
Sette sono gli uomini, reputati
saggi, ai quali venne affidato l’incarico di assistere le vedove con la
distribuzione quotidiana di cibo, da parte dei primi cristiani. Furono eletti:
Filippo, Procuro, Nicanore, Timone, Parmenas, Nicola ed un proselito di
Antiochia (dagli Atti degli Apostoli).
Sette sono i doni dello Spirito
Santo: sapienza, intelletto, scienza, fortezza consiglio, pietà, timor di Dio.
Sette sono le teste del drago rosso e sette sono i diademi su ogni testa.
(Dall’Apocalisse di San Giovanni Apostolo)
Ultimo aggiornamento: 05-06-25