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Il Maestro Martini |
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LA CACCIA ALLA VOLPE COME FONTE DI GUADAGNO
La volpe assale i pollai ed è astutissima. La sua pelliccia,
di colore giallo-grigio con macchie biancastre e coda lunga, era assai ricercata
per ricavarne pellicce.
Quando è spinta dalla fame si avvicina alle case e squittisce,
il suo lamento spaventa gli animali come i gatti, i conigli, le lepri, i polli.
se è inseguita dai cani fugge, ma allorché è stanca si ferma improvvisamente
difendendosi con i denti e le lunghe unghie.
Nei paesi della Lunigiana e Garfagnana le veniva data una
caccia spietata per la pelliccia ed anche perché chi prendeva una volpe andava
in giro per i paesi vicini mostrando il “trofeo”e richiedendo alcune uova,
avendo eliminato il peggior nemico delle galline.
Ogni famiglia dava due o tre uova, a seconda del pollaio più o
meno numeroso. Alcune volpi erano prese al LACCIO cioè prese vive.
La povera bestia, imbavagliata, ben legata, messa in una cesta
robusta, era portata in mostra alle famiglie ricavandone offerte in denaro e
uova.
Finito il GIRO, veniva uccisa e data morta al “volpaio”
di un altro paese che, arrogandosi l’onore della preda, tornava in giro nei
paesi alla QUESTUA delle uova.
La povera bestia, finché il suo corpo non emanava un fetido
odore, era oggetto di guadagno per i BUONTEMPONI dei paesi.
Il GIRO della volpe è cessato negli anni 1960-1965.
Peri ragazzi del paese l’arrivo del VOLPAIO con la volpe era
una festa: chi voleva tirare la coda, chi toccare la bocca e gli aguzzi denti
bianchi come le neve e correva dalla mamma a farsi dare un uovo per la volpe.
Andando di paese in paese il VOLPAIO raggranellava anche
qualche soldo.
Quando la festa era finita, tutto tornava monotono come prima.
Giovanni Martini
9-1-1997
Ultimo aggiornamento: 07-06-25