Il mio paese

 

ELENCO DEI MULINI ESISTENTI PRIMA DELL’INIZIO DELLA COSTRUZIONE DELLA GALLERIA PER IL TRAFORO DEL MONTE LUPACINO, INIZIATO NELL’ANNO 1922 ED ULTIMATO NEL 1959  (KM 8 CIRCA) PIEVE SAN LORENZO-PIAZZA AL SERCHIO

 

 

Canale della Rota oppure dei Margini sulla sinistra di Albiano e Renzano

-          Mulino di Albiano: sulla via mulattiera per Minucciano; macinava castagne, grano e granturco

-          Mulinaccio: sulla via mulattiera per Minucciano; macinava solo castagne

-          Mulino: località Corsara (Menchi) alla confluenza del canale della Rota con il fosso del Martellino; macinava castagne, grano e granturco

-          Fosso del Martellino: Mulino detto Malandrone mosso da una ruota a pale (il rotone); frantoio per olive, mulino per castagne, grano e granturco

-          Fosso della Maolina a valle dell’abitato di Sermezzana; macinava castagne e grano

-          Mulino del Salerno: località Aiaraccia; macinava castagne, grano e granturco

-          Mulino: località Mulinello; macinava castagne, grano, granturco

-          Frantoio: luogo detto Bonosolo; solo frantoio per olive

-          Mulino: luogo detto Bonosolo, provincia di Massa e Comune di Casola; macinava castagne grano e granturco

-          Mulino: luogo detto Filippino sulla sinistra del torrente Tassonaro mosso da una ruota a pale (rotone); macinava castagne, grano e granturco

 

 

Con la costruzione della galleria a Pieve S. Lorenzo-Piazza al Serchio, le vene sotterranee dell’acqua, sconquassate dalle mine furono danneggiate e sparirono, come per incanto, tutte le sorgenti della Lunigiana orientale e cioè del bacino imbrifero a monte di Pieve. I minatori del tempo che lavoravano all’avanzamento della galleria dicevano che le mine richiamano l’acqua. Infatti un ricchissimo defluire di acqua fresca scaturisce nei pressi dell’abitato di Pieve ed un altro ricchissimo defluire di acqua scaturisce a Piazza al Serchio poiché la galleria ha due leggere pendenze: l’una verso est e l’altra verso ovest.

Anche con la costruzione della galleria Equi Terme-Argigliano sparirono tutte le sorgenti del fosso Pendarola. Il danno si limitò all’abbandono degli orti ricavati nella ghiara del torrente. In quella zona non vi erano mulini. Il danno maggiore lo subì il paese di Argigliano che in pochi giorni vide sparire l’acqua di un antichissimo acquedotto costruito con tegoli di terracotta per irrigare i terreni. E’ tramandato che l’acquedotto con tegoli, sopra il suolo, sia stato costruito dal Cillak circa nel 1820/1825.L’acqua delle sorgenti del fosso della Pendarola defluisce ad Equi Terme nel fiume Lucido.

Ricerca di Giovanni Martini

Immagini di due opifici ancora esistenti:

        

Pieve San Lorenzo

        

Malandrone

I mulini posti a confine tra Pieve San Lorenzo, nella Repubblica di Lucca, ed Argigliano, nel Granducato di Toscana, usufruendo delle stesse acque e posti nello stesso bacino fluviale, furono oggetto di acerrime controversie che si protrassero dal XVI fino al XIX secolo. Altri motivi di attrito erano legati allo sfruttamento delle risorse naturali in zone di confine tra le popolazioni dei due paesi, ad esempio: Il rusco (ricerca di Giovanni Martini)

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