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Esondazioni del
Torrente Tassonaro |
Pieve San Lorenzo A
valle dei monti che dividono la valle del Serchio dalla
Val di Magra,
agli estremi confini nord-occidentali della provincia di Lucca, si sviluppa
il territorio del Comune di Minucciano, uno dei più estesi della Garfagnana. Qui
si trova l’antico borgo di Pieve San Lorenzo, nel versante lunigianese del comune,
al confine con
la provincia di Massa Carrara. Il piccolo centro, racchiuso in una valle
tra le Apuane
e gli Appennini, lungo il corso del torrente Tassonaro, gode di un paesaggio di
particolare bellezza.
Il suo
territorio è stato per secoli conteso fra le potenze vicine e una minaccia
per la Repubblica di Lucca nel cuore dei possedimenti dei Malaspina prima,
dei modenesi poi. L’origine del borgo è molto antica: infatti sono state
rinvenute nel suo territorio ed in quello circostante, durante diverse
campagne di scavo, resti di
castellari liguri apuani, statue stele e varie tombe a "cassetta"
contenenti suppellettili e vasi cinerari, tutti risalenti al periodo ligure.
Indubbie sono anche le tracce della colonizzazione romana, a cominciare
dai numerosi toponimi di derivazione latina. Lucca, nella sua espansione in Garfagnana, conquistò questi territori alla fine del XIII secolo, ma nel
1300 i Malaspina si ripresero il feudo che venne poi ceduto a Firenze. Nel
1369 ritornò sotto Lucca con il ruolo di "comune straordinario" per la sua
importanza strategica. In passato
questa zona della Garfagnana era appartenuta alla "podester ia" di Casola.
Il gioiello artistico è indubbiamente costituito
dall’antica pieve romanica che domina il piccolo centro storico circostante. La pieve è citata in documenti del 1148
e del 1202, con i quali ne veniva confermato il possesso ai vescovi di Luni.
L'attuale edificio è probabilmente stato costruito su uno più
piccolo preesistente e di cui sono visibili alcuni reperti. La facciata,
rivolta a ponente, arricchita da una elegante bifora, riporta ai modelli
stilistici delle pievi romaniche lucchesi. L’abside è coronato all'esterno, da una serie
di archetti pensili. L'interno è diviso in tre navate con archi a
leggero sesto acuto, sorretti da colonne di arenaria che terminano con capitelli di
fattura particolare, con angoli a sguscio, simili a quelli delle pievi del
nord Italia. Un tempo questa pieve godeva di grande prestigio
religioso, in quanto da essa dipendevano diverse chiese e cappelle all’intorno,
tra cui Metra, Minucciano, Agliano, Castagnola, Gramolazzo, Gorfigliano.
Altre Informazioni alla pagina:
Note storiche di G. Martini

Immagine tratta dalle "Croniche di Giovanni
Sercambi" - XV secolo
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